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L'isola che non c'era
di Enrico de Regibus
FLAVIO GIURATO "IL TUFFATORE" - CGD
Anche geniale. E Intenso. Originale. Assurdo. Irregolare. Lirico.
Lirico e onirico. Dal primo all'ultimo secondo. Dalla prima all'ultima
nota. Dalla prima all'ultima parola.
La strada principale e' quella della canzone d'autore, ma la traiettoria
e' a zig zag, le ruote dell'ispirazione rasentano spesso il ciglio
della carreggiata, a volte si infilano in deserte stradine secondarie
o in caotiche tangenziali.
E' un andare e venire quando meno te lo aspetti. Frenate e progressioni.
Pieni e quasi vuoti.
Un inizio fatto come una fine, una fine con un coro scalcinato
a volume bassissimo.
Una voce trovata chissa' dove, per niente accondiscendente. Chitarre
molto acustiche e chitarre molto elettriche, pianoforti, percussioni,
tamburi, campane, sax, cori. E tutti con una ragione di essere,
e di essere li' e in quel momento..
Un lessico mai scontato, punti di vista obliqui, alogici. Visioni,
ossimori, aforismi, ironie, giustapposizioni, iperboli, reticenze.
Parole e musiche che si accoppiano da far invidia, come fossero
state sempre la stessa cosa.
Un disco che prende, e non restituisce identici a prima. Un disco.....
Quant'è difficile descrivere un disco cosi'.
PS: Era il 1982 quando usciva "Il tuffatore", preceduto
da "Per futili motivi", che non ha niente a che vedere
con questo, soprattutto qualitativamente, e seguito da un'altro
intitolato "Marco Polo", sin troppo velleitario, in
cui lo stile era sempre quello ma il risultato finale decisamente
no. E poi il buio fino a quando un paio di anni fa l'album e'
stato ripubblicato su cd in serie economica.
Chissà che fine ( o inizio) avrà fatto il suo autore.
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